SCESPIR n.4
Il divertimento
Ultimamente sono diventati sempre più numerosi
i progetti che offrono ai ragazzi la possibilità di entrare a contatto
con differenti forme di teatro. Opere liriche ridotte o reinventate, favole
e storie musicate per il teatro e una maggiore attenzione anche alla qualità
delle musiche di scena, spesso scritte appositamente per gli spettacoli,
rappresentano nel loro insieme, un quadro eterogeneo e in continua evoluzione,
che testimonia un'attenzione crescente alle potenzialità espressive del
teatro e la volontà di allargare ad un pubblico sempre più giovane, la
fruizione di spettacoli teatrali. Questi sono alcuni dei motivi che mi
hanno spinto anche quest'anno a partecipare a "La culla e l'aquilone".
Lo scorso anno ho sperimentato una metodologia di messa in scena: "la
regia: scrivere sulla scena" e questa volta invece.sono andato a scuola.a
scuola di teatro. Io credo che il teatro sia ancora il luogo dove possono
"scendere gli Dei" per comunicarci qualcosa che non sappiamo, grazie anche
a quella misteriosa comunione che si crea, purtroppo non sempre, tra chi
compie un rito e chi vi assiste. I canali bisogna cercarli, crearli, occorre
suggerire delle strade perché si realizzi questo, ed è quanto è avvenuto
in tre giorni di corso a Serra San Quirico. E poiché il teatro è anche
un grande gioco, è d'obbligo ricordare che i giochi davvero divertenti
sono quelli che hanno serie regole da seguire, ma da parte mia, so anche
che, se non provo piacere io mentre lavoro, trovando spunti, facendo emergere
parti di me che forse speravo o temevo nascoste, cercando il modo di dar
corpo ad un'idea, se non mi diverto, insomma, so che non riuscirò a divertire,
né a dare qualcosa di significativo.
Attraverso voli, ali, uccelli di varia provenienza, scalate, nascite,
allontanamenti, reinglobamenti, canti, versi, parole sussurrate, declamate,
urlate, biascicate.siamo giunti tutti al termine di questi "poderosi"
tre giorni di "scuola". Cosa dire? Il "durante" è stata la difficile arte
della ricerca di equilibri, tra le ragioni del testo, le richieste del
regista, le esigenze spaziali, la pura creatività dell'ideazione e l'alto
artigianato della propria personalità e cultura, quella delle altre persone
con cui si lavora e che porterà alla fine a un metodo che sarà ugualmente
frutto di tutti.
Il "dopo"? Il progetto INCROCI al quale aderisco con immenso piacere.
Giuliano Chiaraluce
Giuliano Chiaraluce è Insegnante presso l'Ist. Comp. "Tacchi Venturi"
di San Severino Marche (MC)
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