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L'oro di Jesi - SCESPIR MARZO 2002

La conquista della Scherma in apertura della Rassegna Nazionale Teatro della Scuola
Incontro con Maria Cristina Triccoli

“se non fosse stato per Triccoli la scherma a Jesi non avrebbe avuto storia”

Di Vinny Cecchetelli

Tanti campioni di scherma, medaglie olimpiche e campioni del mondo a Jesi. Lo spettacolo proposto dal Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Jesi alla Rassegna Nazionale di Teatro della Scuola di Serra San Quirico tratterà di uno sport che ha avuto a Jesi grandi protagonisti. E a proporcelo è la figlia del grande maestro di scherma Ezio Triccoli scomparso nel 1996.
Maria Cristina, insegnante presso il Liceo Scientifico “Da Vinci” di Jesi, essa stessa campionessa di scherma, coadiuvata dall’operatore teatrale Francesco Antonini, insieme agli alunni del Liceo, ripercorre l’avventura compiuta da Ezio Triccoli, ricostruendo le tappe che hanno portato questo uomo dai capelli rossi a fare della scherma la sua vita e la vita di tanti giovani. Chiediamo a Maria Cristina, di rivelarci in anteprima alcuni elementi dello spettacolo che sarà presentato sul palco di Serra San Quirico, in apertura della Rassegna Nazionale di Teatro Scuola il prossimo 19 aprile.
Come è nato il progetto di uno spettacolo sulla scherma?
L’idea è stata di Silvano Sbarbati, Direttore dell’ Associazione Teatro Giovani, legato da affetto e stima a Triccoli, consapevole dello stato particolare dello scherma a Jesi. Si trattava di riscoprire le radici di un successo mondiale che coinvolge il territorio locale.
Il Liceo “Leonardo da Vinci” aveva partecipato precedentemente a Rassegne di Teatro della Scuola?
No, è alla sua prima esperienza.
Come ti trovi a lavorare con dei ragazzi nella costruzione di uno spettacolo teatrale piuttosto che in una competizione sportiva?
Io sono alla mia prima esperienza come insegnante di teatro, ma sono maestra di scherma e dunque sono favorita dalla conoscenza approfondita della pratica dello scherma. Posso dire con orgoglio che sono riuscita ad insegnare le basi dello scherma a tutti miei attori allievi. I ragazzi mi seguono con entusiasmo.
Come hai scelto i tuoi attori?
Sono 16 ragazzi, compresi dal 1° al 5° liceo nei tre indirizzi, tecnologico, linguistico e scientifico. Non c’è stata una selezione sulla base dell’abilità drammaturgia, abbiamo preso i primi nominativi che si sono resi disponibili. Le prove le facciamo il martedì e il giovedì dalle 14.10 alle 16.30/17.00, in orario extrascolastico, a volte anche di domenica. Eppure dopo una lieve titubanza da parte dei ragazzi che temevano di doversi coinvolgere in un impegno aggiuntivo a quello dello studio e dei compiti, piuttosto pressanti in un Liceo, ora partecipano con gioia e altri avrebbero voluto unirsi alla compagnia. Si è passati dallo scetticismo iniziale al completo entusiasmo, dei ragazzi e delle famiglie, superando ogni difficoltà logistica. I due ragazzi protagonisti, che interpretano Triccoli in fasi diverse della sua vita, sono stati allievi del maestro recentemente scomparso, sono esperti schermitori. La zia di uno dei due ragazzi, Gabriella Fracassi, è stata vincitrice di un campionato italiano di fioretto nel 1970.
Cosa racconti nello spettacolo?
La vita di mio padre, che ha avuto un percorso originale. Un uomo nato a Jesi nel 1915, che impara a tirare di scherma da autodidatta, quando si trovò prigioniero degli inglesi in Sud Africa durante il secondo conflitto bellico. Rimase nei campi di concentramento per sette anni, dal 1940 al 1947 e per passare il tempo, insieme ai suoi compagni tirava di scherma, mentre altri giocavano con un pallone o inventavano altri modi per sopravvivere. La passione per la scherma lo prese a tal punto che, dopo gli inizi difficili, è riuscito ad aprire una scuola di scherma a Jesi e con costanza, credendo nella disciplina, nella volontà, nell’impegno e nella passione, arriva alle Olimpiadi vincitore della coppa del mondo.
Lo spettacolo è una sorta di “amarcord”?
No, vuole mettere in evidenza una situazione di fatto straordinaria che si è venuta a creare a Jesi, frutto del lavoro di mio padre, la cui eredità è stata raccolta da giovani discepoli. Alle ultime Olimpiadi del 1997 hanno gareggiato ben tre jesini, Valentina Vezzali arrivata prima, Giovanna Trillini terza e Stefano Cerioni che si è aggiudicato la medaglia di bronzo nel fioretto a squadre.
Dunque una bella opportunità?
Senz’altro, siamo tutti molto coinvolti e aspettiamo con ansia il grande debutto in apertura della Rassegna Nazionale di Serra San Quirico. Vorrei ringraziare alcune Ditte di Jesi e dei Comuni limitrofi che si sono dimostrate sensibili al nostro progetto e, in particolare, la Banca delle Marche e la Provincia che ci hanno sponsorizzato.



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