12 maggio Siparietto XXI R.N.T.S. Serra San Quirico
GLI OCCHI DI GIORGIA
(favola sensoriale per spettatori attenti)
Lo spettacolo inizia appena varcato il tendone che divide l’atrio
dal teatro, una ragazza con una candela ci guida nell’oscurità,
attraversiamo il teatro, non ci sediamo, superiamo un altro tendone e
troviamo la scena allestita per terra, al nostro livello.
Un uomo sdraiato e tante figure nere nella semioscurità ci invitano
a sedere sul pavimento, si alza un signore anziano, che sedutosi inizia
a raccontare una storia.
In un paese, tra locande e gente indaffarata, vive Giorgia, una ragazza
che possiede un negozio di fiori; un giorno in paese arriva un uomo che
le parla dei profumi, dei colori e dei fiori della Provenza. Quando l’uomo
parte, la ragazza affascinata dall’uomo continua a ricordare giorno
dopo giorno le parole e le immagini che avevano costruito insieme.
Dopo un anno ritorna l’uomo e Giorgia decide di partire con lui,
arrivano così alla terra descritta e sognata, piena di fiori di
lavanda, dove la gente li accoglie cordialmente offrendo cibo e parole
gentili.
La storia è finita, il vecchio, chiuso il libro, si accascia per
dormire ed il fantasma-ricordo di Giorgia lo accompagna nei suoi sogni.
Giorgia ha nuovi amici, si avvicina al pubblico e baciando e presentandosi
ci invita ad entrare nel suo mondo e guardarlo attraverso i suoi occhi.
Buon lavoro fatto dai ragazzi dell’IPSIA “Berlinguer” di
Acilia (RM), molto interessante la scelta di integrare le immagini nate
dal racconto con profumi (pioggia di semi di lavanda), sapori (bere un
bicchiere di vino in loro compagnia), sensazioni tattili (stoffe che
scorrono sulla pelle) che hanno coinvolto il pubblico in maniera totale.
L’atmosfera e la vicinanza, sia fisica che emotiva, nata tra i
ragazzi-attori e gli spettatori-comparse hanno lasciato una scia di profumo,
come un abbraccio sincero che avvolgeva tutti.
Ethel Margutti
ACILIA CI SALUTA!!!
Ecco, sarà perché tutti ci guardavano, ci scrutavano cercando
di capire in anticipo cosa avremmo fatto e come avremo reagito a un determinato
fatto o azione.
Loro non sapevano che era ciò che noi pensavamo di loro: cosa
farà la ragazza in prima fila quando gli porgerò il vino
oppure quando gli metterò una mano sulla spalla? Questi erano
i pensieri che ci assalivano, ci incuriosivano, ci turbavano e ci spronavano.
Loro erano tutti diversi. Erano tutti come bambini di pochi anni e noi
, come il nonno che racconta una favola, abbiamo provato a far rivivere
le avventure incredibili che da piccoli compivano nella fantasia e nei
sogni .
La “parola chiave” per noi è stata lacrime: lacrime
amare e dolci ci sono state tra noi, di rabbia e di commozione. Questa
esperienza che noi abbiamo vissuto in questi giorni ce le hanno fatte
versare tutte.
Rabbia e felicità tra i compagni, gioia e dolore con i ragazzi
di S. Benedetto del Tronto e di commozione al lungo applauso venuto dopo
lo spettacolo.
Nessuno di noi pensava che avremmo pianto per così tante cose,
belle e brutte. Nessuno di noi pensava di apprendere così tanto
in così poco tempo.
Nessuno di noi sarà uguale quando torneremo a Roma.
I ragazzi dell’Ipsia “Berlinguer” di Acilia (Roma)
BRICIOLE DI SCRITTURA CREATIVA
Le mie braccia rotonde dalla rossa pelle, rotonde in abbraccio come san Pietro e colonnato, rotonda la rassegna che abbraccia l’Italia. Tutti vanno tutti vengono, nuovi colori, accenti, suoni, nuovi amici e più di amici uniti insieme.
Avevo un cuore pesante, pedante, sognante, dormiente, sorridente divertente. ATTENZIONE un rumore è un fervore, è passione. Le luci si abbassano ecco lo spettacolo la paura di non riuscire, di dimenticare, di non riuscire a sognare, di morire resuscitare nell’applauso caldo del pubblico.
Core e mamma disse il presidente seduto sulla gradinata della palestra
di ghiaccio, ghiaccio freddo, freddo in palestra ormai vuota dal calore
artificiale dei corpi in movimento sognante insieme pubblico e artisti
insieme unito.
Cambio, artista pubblico, pubblico artista capito è rassegna è divertimento è teatro.
Riccardo
GLI DEI SONO TORNATI
Sul palcoscenico di Serra S. Quirico la Scuola Media Statale “L.
Pacioli” di Follonica (GR) racconta una storia scritta dagli insegnanti
insieme con gli alunni, che vede protagonisti le divinità più conosciute
della tradizione greco-latina, da Venere a Marte, Cupido, Atena fino
a Mercurio e Diana.
Come in una riunione di una multinazionale di servizi, i fieri abitanti
dell’Olimpo si riuniscono per una seduta urgente indetta dall’azionista
di maggioranza Giove: c’è un problema, sulla Terra gli uomini
non si fidano più degli dei, i quali meditano di riacquistare
la loro fedeltà risolvendo i problemi dell’umanità.
Insieme a Minerva, il signore degli dei scende tra i mortali per cercare
di capire che cosa affligga di più gli uomini: dapprima è il
problema della calvizie ad attirare la loro attenzione; poi il loro sguardo
si allargherà con una carrellata sui veri flagelli dell’umanità,
come la fame e l’inquinamento. Giove scoprirà presto l’unico
modo per accattivarsi il consenso della gente è quello di sfruttare
la televisione, scatola onnipresente in tutte le case, che crea dal nulla
idoli e miti in carne ed ossa (vedi la diva della fiction, idolatrata
dalla famigliola pantofolaia).
Tra spezzoni di quotidianità catodica, fatta di promozioni pubblicitarie,
telegiornali e programmi alla moda, si sciolgono i nodi (tra i quali
la sparizione dalle scene dell’attrice, soppiantata in popolarità da
Giove) e ritorna la serenità tra uomini e dei.
Simonetta Sbarbati
VOLERSI BENE È…
Scritto dalle insegnanti e da Michele D’Errico, il regista, con
la partecipazione attiva di tutti gli alunni, lo spettacolo del 5° Circolo
della Scuola Elementare di Cerignola (FG) è un insieme di riflessioni
su temi fondamentali come l’amicizia, l’amore, la guerra,
l’ambiente, il razzismo.
Vestiti tutti allo stesso modo, i bambini di Cerignola sono sempre rimasti
tutti sul palcoscenico, accompagnando con cori, canzoni più o
meno famose, coreografie – soprattutto girotondi, simbolo di unione
ed amicizia – brevi frammenti di storie: esempi per spiegare dal
punto di vista dei bambini argomenti di fondamentale importanza. C’è la
piccola volpe che vuole essere addomesticata così da trovare qualcuno
che badi a lei; c’è la ragazzina che sente il respiro della
primavera, con tutte le strane sensazioni che essa porta con se, le timidezze,
le paure, lo smarrimento; c’è il bambino nero che non riesce
ad entrare nel girotondo degli altri bambini; ci sono le guerre, che
spaventano, e rendono triste ogni cosa; ci sono gli uomini, che dopo
aver distrutto l’acqua e la terra, inquinandole, ora distruggono
anche il cielo con i loro missili.
Sognare, amare, sorridere e giocare: è questo che vogliono i bambini,
e ce lo dicono con una canzone.
E se il mondo sembra andare a rotoli, con tutto l’odio e la distruzione
che si porta dietro, c’è almeno una speranza nel futuro:
nasceranno da noi uomini migliori, dice un delle piccole attrici di Cerignola,
mentre lo spettacolo si chiude sulle note di Everybody needs somebody
dei Blues Brothers.
Nato dall’esigenza di valorizzare i bambini e mettere in risalto
alcuni dei valori condivisi che rientrano nel Piano di Offerta Formativa
della scuola stessa, lo spettacolo è stato fortemente voluto anche
dai genitori degli alunni e dalla Dirigente Scolastica che, caso raro
alla Rassegna, era presente in sala.
Simone Sbarbati
CHE COS’E' IL TEATRO DELLA SCUOLA?
Difficile darne una definizione precisa, il Teatro della Scuola è… è… che
cos’è?!??
Rullo di tamburi… Oggi è:
66. Creare un gruppo
67. Un probabile amore
68. Aver conosciuto gli splendidi membri dello STAFF
69. Imparare a lavorare anche con chi mi sta antipatico
70. Sognare all’unisono con i miei compagni
71. Uscire dal mio paese e conoscere nuovi posti