11 maggio - Siparietto XXI R.N.T.S. Serra San Quirico
I FANTASMI DELLA MEMORIA
Ogni viaggio inizia perché c’è la volontà di
uscire e sentire sulla propria pelle le cose della realtà circostante
che altrimenti ci sfuggirebbero; anche quando non siamo svegli, le strade
che si aprono di fronte a noi sono infinite e possono portare molto lontano
e vicinissimo…
Nel loro spettacolo, i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Professionale
per l’Industria e l’Artigianato di San Benedetto del Tronto
(AP) hanno deciso di assumere le sembianze di fantasmi per muoversi meglio
nei meandri della loro memoria: ognuno ha motivi e aspettative diversi,
ma nel viaggio onirico si uniscono per andare incontro all’alba.
Aprendo le loro valigie, liberano sogni e speranze per il futuro, che
li rendono consapevoli di avere una memoria nella quale cercare le radici
del loro esserci nel tempo e nello spazio (del quale il corpo non è che
un filtro per la percezione dell’universo attraverso i cinque sensi).
Liberare l’immaginazione per entrare in contatto con la propria
storia e proiettarsi con fiducia verso un’integrazione desiderata
e a portata di mano.
Lo spettacolo è il sentito risultato (anche grazie alla presenza
di un pubblico numeroso&rumoroso) di un progetto laboratoriale finalizzato
ad un percorso di conoscenza e incontro tra i ragazzi stranieri e italiani
che frequentano la scuola, che è passato anche attraverso l’incontro
delle tradizioni musicali melodiche italiane e albanesi.
Simonetta Sbarbati
DIAVOLI, STREGHE, SATANASSI scherzo per maschera in otto quadri
Una pozione magica con ingredienti infernali e mostruosi, crea dal nulla
un uovo, ne esce Berlicco un demone atipico e pazzerello a cui piace
ridere, scherzare, ma soprattutto non ubbidire.
A Satana viene un orzaiolo, ci sono due possibili cause, o una corrente
d’aria lo ha colpito (in inferno non ce ne sono) o sulla terra
qualcosa non va come dovrebbe: ovviamente la causa è quest’ultima.
Chi potrebbe creare questo trambusto se non Berlicco, che trasgredendo
alle gerarchie infernali, disubbidendo ed essendo maleducato fa imbestialire
Satana che, tra incontri e discussioni con i suoi fedeli collaboratori,
decide che deve essere fermato il demone insubordinato perché potrebbe
portare sulla terra felicità e gioia.
Marfurio, malefico seguace satanico, cerca, con un teatrino per burattini,
di sconfiggere con battute e domande la lingua veloce e tagliente del
simpatico Berlicco, ma non c’è niente da fare, la situazione
si ribalta e il demone cattivo viene gabbato e sconfitto.
Satana stanco, amareggiato riconosce la vittoria della libertà e
della forza di vivere, ma con una piccola soddisfazione personale: Berlicco
viene assunto a lavorare con i burattini da un padrone che, tra una bastonata
e l’altra, lo disciplina e lo calma rendendolo maschera di teatro:
Pulcinella.
I ragazzi dell’Istituto Comprensivo ”Alighieri” scuola
Media “Marconi” di Cornate d’Adda (MI), hanno costruito
uno spettacolo piacevole arricchito dalle diverse varietà dei
linguaggi usati (le ombre, il movimento corporeo, la recitazione, le
maschere), inoltre apprezzato l’utilizzo di musiche interpretate
dai ragazzi dal vivo in contemporanea con lo spettacolo. Ethel Margutti
MESSAGGI
Perché il teatro fa bene (a chi lo fa e a chi lo vede).
Quattro flash, per gli alunni della III°A della Scuola Elementare “Fucini” di
Favaro (VE), per ricordarci che i bambini sono le cartine al tornasole
dei malesseri della società, sono sensibili alle mille sollecitazioni
che si fanno largo con prepotenza nella realtà di tutti giorni,
per diffondere i germi dell’indifferenza, della violenza gratuita
e del silenzio.
Le notizie sconcertanti che si leggono sui giornali, una società sempre
più frenetica che riduce i rapporti tra le persone in frugali
conversazioni usa e getta; anche in casa e sempre più difficile
liberarsi della presenza ingombrante della tv che parla già abbastanza
per tutti quanti e disimpara al dialogo.
Ma i bambini non ci stanno ad essere assorbiti da questo vortice caotico
che i grandi chiamano normalità e loro, così sensibili
a tutto ciò che vedono e sentono, si fanno portatori di una fresca
energia e positività che lascia l’impronta su di loro (che
si “contagiano” a vicenda di colore e voglia di amicizia).
Il messaggio, infine, si spinge fino alla platea, nella quale i bambini
si dispongono a terra uno dopo l’altro per lasciare l’ultimo
segno : unendosi mani e piedi formano un sole (che riporta a Serra la
luce dopo un’uggiosa mattinata di pioggia).
Sul palcoscenico della Rassegna, un cinquantesimo spettacolo convincente
e comunicativo nella semplicità espressiva (attenta alla corporeità)
vicina al mondo dei piccoli , che hanno trasmesso al pubblico un genuino
divertimento, che dalla preparazione si è spostato sulla scena.
A conferma di questa dimestichezza, lo spettacolo dei bambini è proseguito
durante la consegna degli attestati, durante la quale hanno dato filo
da torcere al navigato Tarquini.
Simonetta Sbarbati
CHE COS’E' IL TEATRO DELLA SCUOLA?
Difficile darne una definizione precisa, il Teatro della Scuola è… è… che
cos’è?!??
Rullo di tamburi… Oggi è:
56. Interattività
57. Trasformazione dell’energia che abbiamo in noi in mille colori
58. Un mondo fatto di nulla ma che ti fa sognare
59. Tante opportunità, tutte insieme
60. È un sentiero impervio che ti permette di scoprire strade
mai battute
61. Una chiave che apre tante porte
62. Un percorso difficile ma interessante
63. Una meravigliosa storia infinita
64. Fatica
65. È come il meccanismo di un orologio: deve essere sempre ben
curato per funzionare senza perdere colpi
SAN BENEDETTO CI SALUTA
Dall’inizio dell’anno, quando abbiamo cominciato a lavorare
con Eugenio Ravo, eravamo entusiasti, ma non pensavamo di arrivare fino
a qui. Partecipare alla rassegna nazionale è stato semplicemente “fantastico”.
Non è un’esperienza di tutti i giorni quella di lavorare
con diverse scuole di tutta Italia, conoscersi, confrontare le nostre
idee, i nostri lavori teatrali con loro, è stato oltre che molto
bello, molto utile.
I nostri tre giorni qui a Serra San Quirico sono stati impegnativi e
pieni di emozioni.
Ognuno di noi stava in pensiero per lo spettacolo di sabato sera.
L’ansia cresceva da un momento all’altro.
Abbiamo assistito a spettacoli delle altre scuole e nel momento in cui
eravamo gli spettatori, c’era qualcosa dentro di noi che non ci
faceva stare tranquilli.
Pensavamo che prima o poi sarebbe toccato a noi salire su quel palcoscenico
e quando il momento è arrivato, tutte le nostre paure sono scomparse
grazie al grande affetto caloroso che il pubblico ci ha dimostrato.
Tra i tanti sogni che vorremmo realizzare, almeno uno: che quest’esperienza
si possa ripetere negli anni futuri.
Un ringraziamento particolare allo STAFF, poiché si sono dimostrati
sempre disponibili nonostante i numerosi impegni e…la nostra esuberanza.
Gli studenti dell’IPSIA di San Benedetto del Tronto
Le educatrici del Convitto IPSIA di S. Benedetto Tr (AP) colgono l’occasione
per esternare pubblicamente la loro gratitudine a tutti coloro che hanno
contribuito a rendere indimenticabili questi giorni a Serra San Quirico,
in particolar modo al Direttore Sbarbati che dall’inizio si è reso
disponibile affinché anche il “nostro sogno” si realizzasse.
Alessandra e Roberta.
LENTE D’INGRANDIMENTO
Eugenio Ravo è l’unico operatore teatrale a partecipare
alla Rassegna con ben due spettacoli: Giovani corpi senza briglie, portato
in scena il 7 maggio scorso dai ragazzi del Liceo Ginnasio Statale “Stabili” di
Ascoli Piceno e I fantasmi della memoria, interpretato ieri sera dall’IPSIA
di S.Benedetto del Tronto (AP).
Formato alla scuola parigina del più grande mimo del novecento,
Etienne Decroux, Ravo ha attraversato il mondo del teatro in maniera
quasi totale: dalla Commedia dell’Arte alla danza, da Grotowsky
al teatro di strada, a quello della scuola, privilegiando in ogni caso
il fattore corpo, che è il punto di partenza di ogni suo lavoro.
E’ comunque sul teatro della scuola che noi de Il Siparietto abbiamo
focalizzato la nostra attenzione in una interessante conversazione con
il signor Ravo.
Come si è avvicinato al mondo della scuola ?
A piccoli passi. All’inizio piuttosto sporadicamente, nell’ambito
di alcuni miei lavori. Ma ero un po’ diffidente nei confronti dell’istituzione
Scuola, e il tipo di teatro che piaceva a me mal si addiceva a strutture
rigide come quelle scolastiche. Poi, piano piano, sono cambiato: è nata
in me una certa disponibilità verso il mondo della Scuola e questa
si è sempre più spesso aperta verso esperienze poco canoniche
come i lavori che io propongo ai ragazzi.
E come si è trovato, che differenze ha potuto percepire, lavorando
con due modelli scolastici così diversi come quelli di un Liceo
Classico e di un Istituto Professionale ?
Il lavoro di base è stato pressoché lo stesso: ho dovuto
solamente adeguarlo ai due ambienti. Con l’IPSIA, dopo un anno
per creare e consolidare il gruppo (molti dei ragazzi sono albanesi e
le difficoltà di integrazione era molte) ho cercato di spingere
verso un percorso più umoristico, mentre con i ragazzi del Ginnasio
ho approfondito una vena poetico-letteraria alla quale erano certamente
più abituati.
Portato avanti contemporaneamente i due laboratori ho proposto ai due
gruppi più o meno le stesse cose, sebbene in chiave diversa e,
alla fine, ho avuto una grandissima sorpresa: non capivo più quale
dei due discorsi era il più poetico e quale il più divertente!
Per concludere, signor Ravo, cosa è e che importanza ha
per lei il teatro della scuola?
Dopo tanti anni di lavoro nelle scuole, mi accorgo che all’interno
di esse il teatro è sempre più necessario. Perché purtroppo
non c’è spazio, all’infuori del teatro, per contenere
le emozioni dei ragazzi, per conoscere la loro vera essenza. E sono i
ragazzi stessi a chiedere questo spazio privilegiato per esprimersi e
vivere dei sentimenti che altrimenti si avrebbe paura ad esprimere.
E poi il teatro è educazione, principi. Nella costruzione degli
spettacoli, mano a mano che si va avanti con il lavoro, mi faccio sempre
più da parte, lasciando più spazio ai ragazzi, alle loro
iniziative: li invito a proporre, costruire e sviluppare situazioni,
a risolvere problemi, utilizzando ovviamente le strutture che ho insegnato
loro. E di un’educazione come questa, in un mondo di falsi principi
come il nostro, c’è sempre più bisogno…
Simone Sbarbati
POSTA
Le insegnanti e gli alunni della IV° classe elementare dell’Istituto
Comprensivo di Benetutti desiderano ringraziare l’Associazione
Teatro Giovani di Serra San Quirico per la calorosa accoglienza e disponibilità e
per aver offerto ai ragazzi l’opportunità di vivere questa
bellissima esperienza che sicuramente li ha arricchiti in tutti i sensi.
La IV° classe elementare di Benetutti, le insegnanti Maria Antonietta
Fenudi, Franca Bissiri