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8 maggio Siparietto XXI R.N.T.S. Serra San Quirico

GIOVANI CORPI SENZA BRIGLIE

Tante tende sul palco, fatte di veli trasparenti e colorati, versione romantica delle tepee indiane. L’amore entra ed esce nelle parole spezzate di una ragazzina. Dalle tende nascono corpi. Corpi che si liberano dei veli colorati, allo stesso tempo gioco e protezione, e crescono. Nascono dalla terra, dove strisciano come per ‘sentire’ il mondo e da esso farsi toccare. Sentono il fuoco, la luna, il pianto, la paura. Li sentono dentro. Che lottano per uscire e conoscere i fuochi, le lune, i pianti, le paure che stanno di fuori.
Come a scuola, si sta seduti l’uno accanto all’altro. Si respira. Ma si è soli, e uguali a tutti. I corpi dondolano come per cullarsi: dolce ricordo. I corpi girano e si stringono, fanno sogni smarriti. I corpi si agitano, combattono con l’invisibile che li schiaccia e li tende, (de)forma. Corpi prigionieri, corpi che annaspano. Corpi come cavalli, con il sangue che ribolle. Corpi che fanno gli scemi e ridono per nulla, tra gli sguardi mai immobili.
Corpi senza briglie, appunto. In crescita.
E Gaber, alla fine, che ci dice: “non insegnate ai bambini”.

Frammenti di adolescenza, con sullo sfondo I ragazzi sognanti (lettera d’amore scritta dal pittore Kokoschka a ventuno anni). Le ragazze e i due ragazzi del Liceo Ginnasio Statale “Stabili” di Ascoli Piceno, hanno portato in scena il testo-visione scritto dal loro operatore teatrale Eugenio Rava. Senza scenografie, con il solo ausilio di pochi oggetti di scena; senza costumi, o meglio, i costumi erano gli abiti normali dei ragazzi, gli attori hanno interpretato le paure, le ansie, le gioie della loro età, unendo vari momenti del loro lavoro di laboratorio con l’operatore.
Simone Sbarbati

MOSTELLARIA

Lo spettacolo che i ragazzi del Liceo Classico e Scientifico di Piombino (LI) hanno realizzato uno spettacolo da un riadattamento da una commedia di Plauto.
La storia è ambientata ad Atene: Teoproride, ricco mercante, è in Egitto per un viaggio d’affari; il giovane figlio Filolachete se la spassa tra donne e mangiate con il servo Tranione e il compagno di bevute Callidamante. Dopo tre anni di lontananza il padre ritorna e Tranione, preoccupato per la reazione del padrone per lo sperpero avvenuto in sua assenza, prova ad inventarsi una storia affinché non venga punito.
Racconterà che la casa non è agibile perché è infestata da un fantasma (invece è in disordine e con gente ubriaca), che Filolachete ha speso tantissimi soldi per comprare una casa nuova (invece ha liberato una schiava per il proprio piacere personale) cercando di barcamenarsi tra imprevisti e difficoltà.
La finzione non durerà a lungo: tra cose dette e non dette, il padrone Teoproride scoprirà la verità e dopo una sfuriata deciderà di perdonare il figlio e lo sfrontato servo.
La scenografia era essenziale ed i vestiti curati.
Le musiche sono state appositamente create per lo spettacolo , apprezzata l’energia dei ragazzi, anche il pubblico in sala si è divertito ed è stato attento allo spettacolo ridendo alle battute ed alle trovate sceniche particolarmente divertenti.
Ethel Margutti

CHE COS’E' IL TEATRO DELLA SCUOLA?

Difficile darne una definizione precisa, il Teatro della Scuola è… è… che cos’è?!??
Rullo di tamburi… Oggi è:


28. Pace
29. Espressione del corpo e dell’anima
30. Pane azimo
31. Cultura
32. Un’avventura
33. Passione
34. Colore in un mondo in bianco e nero
35. Un modo per capire dove si può arrivare
36. Divertente, entusiasmante
37. Vincere la timidezza
38. Una scuola educativa
39. Un aiuto per la vita
40. Conoscere altre persone
41. Esprimere il carattere
42. ‘O’Zipreo’ [Barese ?]
43. Stare assieme in modo vero
44. Togliersi ‘la maschera’
45. Guardarsi dentro
Dare speranza all’immaginazione

LENTE D’INGRANDIMENTO

Da qualche giorno si aggira curiosando, con fare attento e passo energetico, una simpatica conoscenza della Rassegna di qualche anno fa: la ex maestra elementare Gemma Freddi, osservatrice speciale di un evento che ha visto anche i suoi bambini protagonisti nel 1987.
Ora quei piccoletti in grembiule rosa e blu sono diventati grandi, ma in lei l’entusiasmo per il teatro della scuola resta ancora tenacemente saldo e vivo.
Oggi è venuta a trovare lo STAFF all’Ostello S.Lucia per rivivere insieme a noi le sue esperienze di educazione musicale ed espressiva con i bambini della scuola elementare “M.Tabor” di Jesi(AN).
La nuova aula è il cortile dell’ostello, la scolaresca un po’ accaldata ma attenta è composta da una decina di bambinetti con un gilet blu, che si sparpagliano qua e là per seguire il racconto della nostra ospite, che sceglie di restare in piedi, tanto è abituata a parlare per tanto tempo tenendo viva l’attenzione della sua platea.
Seguiamo il racconto di Gemma, insegnante di lingua e musica, che ha intuito tanti anni fa la risorsa pedagogica e formativa che la lettura e la drammatizzazione di testi narrativi possono offrire ai bambini appena scolarizzati.
Insieme ai suoi alunni, dalla prima alla quinta elementare, ha sviluppato un percorso di elaborazione creativa di fiabe e musiche già esistenti, che i ragazzi di volta in volta hanno modificato per costruire nuove storie inventate, “fiabe nelle fiabe”( come per Un ricevimento nel regno di Fata Silvana) poi drammatizzate o finalizzate a sensibilizzare i bambini nei confronti dell’ambiente.
Tutti i particolari dell’entusiasmante esperienza di quegli anni riaffiorano nel suo racconto, insieme alle emozioni che i suoi occhi e le sue mani in continuo movimento ci trasmettono.
Suona la campanella delle attività pomeridiane; i bambinetti salutano la maestra con un grazie per la bella testimonianza di come possano convivere amore e dedizione per l’insegnamento con il teatro.