29 aprile Siparietto XXI Rassegna Nazionale Teatro Scuola Serra San Quirico
LISISTRATA
Ieri sera l’ISIA E Sez. Associata Liceo Classico”Alfieri” di
Asti ha messo in scena la commedia Lisistrata.
L’opera di Aristofane parla della coraggiosa Lisistrata che, stanca
del fatto che gli ateniesi sono sempre impegnati nella guerra del Peloponneso
(contro Sparta), decide, d’accordo con le donne di Sparta e Atene,
di costringere gli uomini delle due città a fare la pace.
Dopo il giuramento sulla coppa dell’amicizia le donne si impegnano
a respingere i “desideri” dei mariti nei loro confronti.
L’arma dello “sciopero dell’amore” può essere
l’unica soluzione alla guerra.
Le donne si chiudono per protesta nell’Acropoli di Atene e man
mano che passa il tempo l’esasperazione da “astinenza” dell’altro
sesso aumenta sempre di più.
Alcune madri di famiglia cedono ma Lisistrata e uno sparuto gruppo di
compagne resistono imperterrite.
La situazione si sblocca quando i due ambasciatori di Sparta e Atene
decidono di incontrarsi per accordare la pace. Lisistrata troverà il
modo di risolvere la controversia con giuste parole e una banchetto di
riconciliazione tra le due città; ciò darà la possibilità a
uomini e donne di tornare insieme. La commedia è piacevole e di
ritmo assai sostenuto. I ragazzi hanno saputo trattare in modo equilibrato
il tema a tratti assai piccante. L’operatore Sebastiano Aglieco
ha notato che la comunicazione non è riuscita a passare attraverso
la corporeità e questo ha creato una certa staticità assai
evidente nella mancanza di integrazione tra i due gruppi (maschi-femmine).
Giada Balestrini ha apprezzato l’energia nelle voci dei protagonisti.
Il tema della guerra e della volontà di pace è più che
mai attuale e per questo potevano essere usati anche abiti moderni.
Una scuola del nord affronta la commedia greca: il genere classico è più coltivato
nel nostro meridione ed è curioso mettere a confronto i diversi
modi di lavorare sugli autori dell’antichità. Il testo è stato
attualizzato e ridotto in alcune parti su iniziativa degli studenti.
Con la Lisistrata la Rassegna chiude la sezione dedicata alla tragedia
e alla commedia greca.
ERRATA CORRIGE
Nel numero di ieri del siparietto si è indicato lo spettacolo
Lisistrata come l’ultimo del PROGETTO TRAGEDIA E COMMEDIA GRECA.
In realtà lo spettacolo che chiuderà il progetto è Non
aprire Pandora! della Scuola Media “Calvino” di Piacenza,
che andrà in scena il 13 maggio prossimo alle ore 11.00
CHE ORA E’? HO LE ZANZARE IN BACHECA
L’Istituto secondario di primo grado “D.ALIGHIERI” di
Albenga (SV) ha rappresentato uno spettacolo molto piacevole e divertente
che ha coinvolto il pubblico, data la spontaneità e simpatia del
testo scritto dagli studenti durante i laboratori interclasse. pennellate
rapide e divertite, finestre credibili e ironiche sugli alti e bassi
dell’universo pre-adolescenziale.
I ragazzi vestiti di bianco, con cuffie da bagno più o meno assurde
in testa, camminano recitando frasi contro la scuola, i professori, alzatacce
la mattina e i troppi compiti.
Come esercito della fantasia, i ragazzi vestiti di bianco si trasformano
in tela fatta per essere pasticciata da mani sporche di marmellata ed
inchiostro.Un’unica immagine proiettata simbolicamente su di loro,
una tavolozza al posto del cervello da dove scaturiscono mille colori;
questo è il momento della creatività, dei conti alla rovescia
per le vacanze e la tristezza di perdersi il momento topico della giornata
(la ricreazione) per colpa di un insegnante che vorrebbe vedere i ragazzi
come dei piccoli atlanti geografici da sistemare ordinatamente sulla
sedia.
Come è difficile alzarsi la mattina, fare colazione e studiare
la lezione del giorno… “dagherrotipo”??!??! ”luganiga”!??!?!?
ma cosa sono, e cosa vogliono da me!!?!?! L’Africa, devo studiare
l’Africa. Allora:
- è un continente (alza un braccio, abbassa la gamba, tutto è come
deve essere, sincronismo perfetto)
- è attraversato dal Nilo (calma, continua così, tutto
fila liscio)
- o forse dal Mississipi che d’inverno si ghiaccia e diventa ciccione
ciccione (vacillamento e distrazione, i movimenti si fanno disarmonici
e… ops! qualcosa non va! )
Ma se a scuola è difficile non cadere nei trabocchetti degli adulti,
anche l’amicizia è un terreno di crescita minato da incomprensioni,
paure e desideri: l’importante è imparare a comunicare,
dall’amico al genitore, dal “nemico” al professore!
Basta saper “guardare e ascoltare” i nostri pensieri nella
loro autenticità, imparando a ridere e a sdrammatizzare sui piccoli
incidenti d’ogni giorno…
…
in fondo…perché no, la Svizzera un po’ confina con
l’Africa!…
LA MELA MAGICA
Un re viveva tranquillo con la sua famiglia, fino a quando il suo cuore
non fu dominato dall’invidia…
Così comincia la fiaba, scritta dagli stessi alunni e dalle insegnati
della Scuola Elementare “Rodari” di Podenzano (PC), che intervallata
da brevi stacchi musicali e introdotta da due piccoli narratori è andata
in scena questa mattina sul palco della palestra-teatro di Serra.
Scoperta per caso dalla dama di compagnia della regina nell’orto
del contadino Berto, una mela dorata finisce per sconvolgere la vita
di corte. Il re, convinto che la mela abbia dei poteri magici, manda
una strega ed il suo inseparabile gatto Cirillo a prenderla. Fra incantesimi,
folletti, topolini parlanti, scontri con Berto e sua moglie
Teresina, alla fine la strega riesce a prendere la mela e a portarla
al re, che però non riesce a capire come usarla. Intanto la regina,
sempre circondata dalle sue dame, lamenta la scarsa attenzione che suo
marito, tutto preso dalla mela, le riserva negli ultimi tempi. Tutto
però si risolve quando Berto rivelerà al re i veri poteri
della mela: aiutare i contadini ad avere un buon raccolto. Il re capisce
di aver sbagliato nel farsi sopraffare da un sentimento negativo come
quello dell’invidia, e decide di dedicare finalmente tutto il suo
tempo all’amata regina ed al suo regno. E, ovviamente…vissero
tutti felici e contenti.
Uno spettacolo che ha divertito il pubblico e, soprattutto, i bambini
che lo hanno recitato. I piccoli attori si sono trovati a loro agio con
un testo buono ma forse un po’ complicato da un eccessivo intervento
delle insegnanti in sede di scrittura. Questo il giudizio condiviso dalle
operatrici Irene Russo e Ilona Colombo. Michele Zamparini pone invece
l’accento sui costumi, ben realizzati ma non dai bambini, che invece
avrebbero potuto divertirsi di più lavorandoci assieme alle maestre
o ai genitori.
OFFICINA
L’officina La musica racconta di Sebastiano Aglieco riapre i suoi
battenti. Si è spostata, stasera, al Teatro di S.Maria del mercato.
Ed anche gli operai sono cambiati. Sono i ragazzi dell’Istituto
Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Crotone.
Sul palco c’è una ballerina che prova. Forse andrà in
scena stasera, forse domani. Un ragazzo attacca il manifesto ad una colonna.
C’è scritto L’etoille. Due elle. Ci penso un po’ su,
mentre il pubblico comincia ad arrivare e qualcuno fa confusione e Sebastiano
[Aglieco, il capo-operaio] minaccia di mandarli fuori. Entra una ragazzina. È la
donna delle pulizie. Lancia uno sguardo al ragazzo del manifesto. Lui
ricambia; uno sguardo lungo. Le due l le hanno messe apposta, concludo.
Entrano altre due ragazzine con la scopa in mano. Puliscono la stanza,
che è grande fino a dove il pubblico tiene i piedi; e se uno sta
scomodo e si sposta allora anche la stanza, lo spazio messo in scena
dalle ragazze, cambia: è come gommoso. Sembra tutto gommoso, e
la prospettiva è strana, perché il palcoscenico è piccolo,
e molto inclinato. Sembra lontano e separato, con la ballerina che fa
i suoi esercizi e pensa soltanto sé stessa, a come sarà bella
quando il vero pubblico la guarderà, perché noi siamo il
pubblico falso, lì per dieci minuti appena. Il ragazzo continua
ad incollare quel manifesto sbagliato che proprio non vuole attaccarsi
al muro.
Un'altra ragazzina-donna delle pulizie: pulisce il palcoscenico. Ma non
lo guarda, il palcoscenico. Lei guarda avanti, quel puntino che compare
quando il ritmo lento della scopa la fa smettere di pensare. Apre una
porta dietro le quinte. Entra una luce bellissima. Sono le cinque del
pomeriggio. Mi vengono in mente decine e decine di film e di foto e di
canzoni…e io… che pochi minuti prima dicevo alle Prof. del
progetto Incroci che il teatro non è che mi piaccia poi molto.
Il sogno, che già questo pomeriggio vagava non visto per le strade
di Serra, entra nel teatro. Le ragazzine sono ciò che vogliono.
Regine, romantiche, libere. E lo spettacolo, penso, è diventato
vita. Ieri sera le stesse ragazzine ballavano su di improbabili tacchi
a spillo sul palcoscenico del teatro-palestra…
Arriva il capo. Le sveglia una ad una. I sogni escono dalla stessa porta
dalla quale, poco dopo, me ne vado io.
Simone Sbarbati
La porta che si spalanca sul fondo del palco è un elemento visivo
concreto. Le ragazze che entrano rappresentano i sogni che si materializzano
di fronte allo spettatore. L’officina di oggi ci ha permesso di “vedere” e
vivere i sogni anche da svegli.
Maria Cristina Memè
PROGETTO INCROCI 2003: “vediamoci” a Serra
Le origini e i motivi del successo/longevità del progetto incroci
affondano le loro radici agli albori della storia della Rassegna Nazionale
del Teatro della Scuola: da tempo, infatti, insegnanti provenienti da
tutto lo scarpone tornano a Serra S. Quirico allo scadere di un anno
dal loro passaggio (e conseguente segnalazione) alla Rassegna per lavorare,
guidati da un esperto, ad una performance da mettere in scena. Quindi,
dopo aver lavorato a scuola con i loro alunni, si ritrovavano a “fare” teatro
a loro volta.
Da quest’anno, la formula cambia: la proposta formativa si sposta
sul “VEDERE”, offrendo un soggiorno all’insegna della
visione di spettacoli e dell’accesso privilegiato a tutte le fasi
di costruzione del progetto Teatro Scuola, dall’accoglienza, ai
laboratori e salotti.
Le prime insegnanti a sperimentare questo nuovo percorso teatral-didattico
sono state le proff. Serena Rabitti da Venezia, Anna Rumi e Flavia Biondo
da Roma, sotto il tutoraggio dell’operatore Mauro D’Ignazio
(vedi foto incrociata).
Appena sbarcate a Serra (sette giorni or sono),ci hanno lasciato alcuni
impressioni iniziali, non nascondendo un certo disorientamento nei confronti
di ciò che le avrebbe aspettate.
“
Incrociarsi” significa incontro con altri colleghi e addetti ai
lavori per confrontarsi, avendo come obbiettivo l’acquisizione
di una didattica di visione del lavoro teatrale condivisa da riportare
a scuola, oltre ad una conoscenza dal di dentro della galassia R.N.T.S.:
il tentativo che si sta sperimentando in questi giorni è mirato
ad estrinsecare in modo trasparente il “nostro” percorso
senza mirare a riformare quello degli insegnanti, ma cercando di metterli
a fuoco e analizzarli parallelamente.
Le aspettative delle ragazze Incroci ( in data 24 Aprile) erano diversificate:
- Flavia: venendo qui mi aspetto di imparare a guardare il teatro dal
di dentro, conciliando i diversi punti di vista dello spettatore e di
chi lavora. Dato che il progetto è impostato sul vedere, sarebbe
interessante acquisire dati per trovare una griglia tecnica che possa
indirizzare al meglio le linee di impostazione dei lavori che facciamo
a scuola.
- Anna: facciamo attività teatrali con ragazzi dai 15 ai 20 da
alcuni anni, spesso in situazioni difficili, vivendolo; finora abbiamo
dato molta attenzione all’aspetto umano e comunicativo del mezzo
teatrale. Questa può essere una buona occasione per integrare
con conoscenze più tecniche.
- Serena: certo che passare dal “fare” al “guardare” non
sarà così semplice, il livello di coinvolgimento è sicuramente
diverso per noi che siamo abituate a organizzare: non sarà limitante?
Staremo a vedere, no?
Oggi, 29 Aprile, la prima parte dell’esperimento Incroci 2003
sta per giungere alla fine, con le sue prime considerazioni e le prime
verità vissute da chi vi ha partecipato: di seguito un saluto
alla “Giuliani Way” delle prime tre prof. incrociate Anna
Serena&Flavia, che ritroveremo nei prossimi giorni su queste pagine
con le loro impressioni a caldo.
(un saluto, intanto, a Serena che oggi ci lascia con la speranza di incrociarci
di nuovo)
Veni, vidi…
Se non vuoi esser da meno,
tu, per Serra, prendi il treno:
troverai un luogo ameno…
dove ognuno è più sereno.
ti accoglierà un salotto:
così verrai introdotto
ai ludi ed ai lavori
per trar futuri allori.
Lo staff devi seguire
Se non ti vuoi smarrire:
la schiena va guardata
la scritta è evidenziata!
Ma se vuoi qualcosa in più
Puoi cercar la gioventù: sorrisi, idee, ardore,
cortesia, passione, amore…
Officine e laboratori
Sogno scrigni pieni d’ori,
di diamanti e di dolori
che sentiamo come doni
noi che siam “Progetto Incroci”
e che siamo assai veloci
nell’apprender e nel “rubare”
ciò che “non sappiamo” fare.
E che dir del direttore ?
Che è presente a tutte l’ore ?
Giusto, attento ed instancabile
ma a suo modo anche affabile.
Quando a tavola sediamo
Ci azzittisce con la mano,
ma se siamo birichini
e parliamo coi vicini,
fa suonare la bottiglia
come un buon capofamiglia;
ci propina un discorsetto
e minaccia: “Tutti a letto!!”
se non stiamo ad ascoltare
ciò che poi dovremo fare.
Ce lo dice assai deciso,
ma poi mostra un bel sorriso.
E che dir del presidente?
Non possiamo dire niente
se non che è una grande mente
che si infiamma facilmente
e da’ vita alla “Rassegna”
che di lodi e onori è degna.
A voi tutti dedichiamo
con il nostro cuore in mano
queste rime così atroci.
Ci firmiam PROGETTO INCROCI.
Le ragazze incroci