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27 aprile Siparietto XXI Rassegna Nazionale Teatro Scuola Serra San Quirico

MEMORIA DELLO AMNESIACO

I ragazzi dell’istituto d’istruzione superiore I.P.S.I.A. “MARELLI-MAINARDI” e Centro Formazione “A.GREPPI” di Milano ha portato in scena uno spettacolo intenso, puntando sulla creazione di una comunicazione su due livelli.
Innanzitutto il testo, costruito assemblando brani tratti da Stefano Benni, Sciascia, Pirandello e strofe di canzoni contemporanee che hanno contribuito a tratteggiare rapide sequenze narrative “autonome” (seppur legate a doppio filo tra loro), parallelamente al ricorso di una espressione corporea fortemente corale e sentita (o utilizzo corale).
Sul palcoscenico si “incontrano” figure comuni, donne e uomini, che con educazione e affettate buone maniere si passano di mano in mano un pacco regalo che, però, ben presto diventa causa scatenante di una rabbia incontrollata che porta i ragazzi a cambiare registro di comunicazione corporea, passando così dalla quieta indifferenza ad una aggressività quasi animale.
Come una scossa entra/no in scena “44170”: è/sono un uomo in fuga, senza nome ed identità che il 2 marzo 1927, accusato di furto, viene arrestato e messo in un manicomio.
La sua foto pubblicata sul giornale viene vista da due famiglie distinte che vedono in lui sia Mario che Giulio, tanto che il/i ragazzo/i diventa/no oggetto di scontro tra le due famiglie.
Lo amnesiaco diventa spunto di riflessione personale per ognuno dei personaggi; tutti loro, anche se
posseggono una memoria del loro passato, si sono dimenticati di quello che erano, vivendo di frustrazioni e cercano in lui la conferma della loro identità.
Nasce una danza statica di corpi che distribuiti sul palcoscenico si spogliano dei vecchi vestiti, piegandoli e indossandone di diversi (tutti di neri, con uno stile più semplice ed essenziale) creando una nuova immagine, un nuovo nome e quindi una nuova identità, senza la paura di mettersi in discussione.
Nascita dei nuovi personaggi, il debutto nel mondo, un incrociarsi di corpi che forse, con un iniziale retaggio del loro “vecchio” vissuto, faticano a comunicare tra loro scontrandosi nel movimento apparentemente caotico sul palco. Tutto si tranquillizza quando il “nuovo abito” diventa loro parte integrante, permettendo ai ragazzi di esprimere paure o aspettative sul mondo; l’insensatezza della guerra e delle privazioni a cui l’uomo è sottoposto: quelle cause della terribile perdita di memoria che colpisce spesso tutti noi.
Lo spettacolo si chiude con brevi quadri evocativi dei momenti topici della rappresentazione, un percorso intimo e personale, ma riproponibile in tutte le sfere della vita di ognuno di noi, per non dimenticare.

Al termine dello spettacolo (e di una piccola, improvvisata festa) si è tenuto, a sorpresa, il salotto teatrale, in un’atmosfera però ancora troppo carica di emozioni. L’analisi a caldo non ha consentito si creare un dibattito distaccato e consapevole (come invece dovrebbe essere) riguardo all’evoluzione dell’attorialità di un gruppo che nel corso di varie partecipazioni alla Rassegna è cresciuto ed ha sviluppato e consolidato una propria, forte, identità: il rischio è sempre però quello di cristallizzarsi su di un modello di teatro troppo irrigidito verso un idea di professionismo che si scosta dagli obiettivi del teatro della scuola.

AGAMENNONE

Questa mattina è andato in scena lo spettacolo “Agamennone” presentato dal Liceo Classico Statale “Gulli e Pennisi” di Acireale.
La tragedia greca ha aperto questa grigia giornata domenicale.
La storia è nota: i dignitari di corte di Argo aspettano notizie di Agamennone, il loro re, partito per la guerra di Troia.
Un araldo annuncia alla regina Clitemnestra, moglie di Agamennone, che la battaglia è finita con la sconfitta della città greca.
Tutta la storia si accende di cupi presagi sottolineati da musiche e gestualità di corpi assai eloquenti.
Agamennone ritorna nella sua patria vincitore ma la sua immagine è offuscata da un nero passato, macchiato di sangue delittuoso.
Clitemnestra vuole vendicarsi della morte della figlia Ifigenia inferta dalla mano del suo stesso padre.
Agamennone ha “offerto” a Zeus il suo sangue per assicurarsi la vittoria su Troia.
Clitemnestra medita vendetta e il delirio della profetessa Cassandra, prigioniera di guerra, rivelerà il drammatico passato e l’incerto futuro della casa Atrida.
La regina ucciderà Agamennone e l’urlo fuori scena blocca l’attimo drammatico: come nella tradizione, il delitto della tragedia greca si consuma dietro le quinte.
L’operatore Francesco Antonini ha notato un leggero scollamento tra la velocità del ballo e la staticità improvvisa di certi “quadri” umani riprodotti dagli stessi attori. Ha apprezzato il lavoro sul corpo e la gestualità.

ERACLIDI

Il pomeriggio della rassegna ha aperto il sipario sullo spettacolo “Eraclidi” di Euripide portato in scena dal Liceo classico statale “Gulli e Pennisi” di Acireale, che svolge laboratori teatrali sin dall’a.s 1993/1994. I figli di Eracle, esuli da Argo, dopo la morte del padre, approdano ad Atene stremati e perseguitati da Euristeo. Il re di Atene li accoglierà nella città e proprio per questo motivo dovrà affrontare le forze degli argivi capitanate dallo stesso Euristeo.
Atene è in pericolo e il responso degli dei è chiaro: solo se verrà sacrificata una vergine Atene vincerà la guerra. Macaria, figlia di Eracle, si immola per la salvezza dei suoi fratelli che diventano, sulla scena, un’unica confusa voce che sembra rovesciare la tipica funzione del coro greco. Lo spettacolo si articola sulla fluida gestualità dei corpi che si aprono a frequenti momenti di danza. Il ritmo della musica è anche sottolineato dalla tensione di stoffe purpuree, che accomuna vittime e carnefici nell’espiazione della sofferenza che quella guerra inevitabilmente porta. La scenografia è essenziale supportata da un’illuminazione su toni sanguigni.
Entrambi gli spettacoli andati in scena oggi, frutto di due distinti laboratori teatrali che si sono svolti nella stessa scuola, si sono articolati sui due piani della parola e della corporeità/danza; nell’ “Agamennone” abbiamo notato un’alternanza tra movimento e staticità a volte senza soluzione di continuità ai fini della narrazione, mentre nelle “Eraclidi” la danza e l’attenzione all’immagine formata dai corpi è risultata predominante sulla efficace gestione della parola, particolarmente delicata quando ci troviamo di fronte alla messa in scena di un testo classico, che spesso potrebbe indurre ad un approccio didascalico.

Entrambi gli spettacoli presentati oggi dalle diverse classi
del Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT)
fanno parte del progetto “TRAGEDIA E COMMEDIA
GRECA” a cui parteciperanno prossimamente
anche l’ISIS “Alfieri” di Asti con “Lisistrata” e la Scuola
Media “Calvino” di Piacenza con “Non aprire Pandora!”.

LA POSTA

Cari amici, grazie per avere dato un vero significato alla parola "accoglienza", grazie per la straodinaria efficacia di tutti i collaboratori che ho incontrato, dalla segreteria agli operatori teatrali, dai tecnici agli assistenti. Temo, ahimé, che non riuscirò a partecipare più ad altre rassegne diverse dalla vostra (è un po' come il mare, dopo essersi tuffato nello Ionio, chi ha più il coraggio di bagnarsi sul litorale romagnolo?).
I miei ragazzi chiedono di poter ritornare anche il prossimo anno (e questa volta stare i 3 giorni canonici!); è possibile secondo voi riproporre lo stesso spettacolo (tenendo conto che sono di prima, erano tutti emozionati, compreso l'insegnante che mi ha chiuso improvvisamente il sipario, per cui è stato un mezzo disastro ...)?
Grazie di tutto, un abbraccio e viva il Teatro!
Piero Zama


MESSAGGI DELLO STAFF
“ Vi auguro sentitamente un buon lavoro nel proseguo della R.N.T.S.. A presto, mi mancherete.” Gennaro

OFFICINA

Una stanza buia. Un telo bianco. All’ombra di un sogno, una luce s’accende. Vertigini, dolcezza, paura, sensibilità…una lacrima.
Un teatro intenso fatto di luce, ombre, musica. Un teatro fatto di emozioni pure; le emozioni di ogni notte, di ogni giorno, di ogni sogno.
Sara (Brera)

Gennaro Ponticelli ha aperto questa mattina ai ragazzi del Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT) la sua officina. Un’officina senza martelli, senza macchine e odore di ferro; un’officina senza pareti, del colore della notte; un’officina più leggera del pensiero: fatta soltanto di luce.
Si chiudono le porte e perdo di vista Ethel che è venuta con me per far le foto. Sento qualcuno dietro: è il direttore. E allora mi fermo lì dove sono. Allungo la mano, cerco Ethel. Mi sembra la sua spalla. Mi appoggio. È Antonini, l’operatore. Mi sono perso. Ma non importa.
Luce. Un raggio appena. È una torcia elettrica. Una semplice torcia: proprio ieri sera ne ho usata una per trovare l’interruttore generale quando tra una fetta di pane e Nutella e l’altra, all’Ostello c’è stato un blackout.
Una comunissima torcia su di un corpo. Era lei. Era il ricordo di quando la mia pelle aveva quel sapore forte, di adolescente. Parlava e le sue parole scivolavano su di un panno grezzo, sottile membrana tra la realtà e il mondo di ombre che è ora quella ragazza, che sono i suoi coetanei. Che sono stato anch’io. E tra un respiro e l’altro, respiri in mezzo ad un nulla che aspetta qualche luce per dare una forma, seppur flebile, seppur forse inganno…anche tante parole che non ricordavo, quel panno le ha assorbite, ed ora avrei voglia di tornar lì e sentirne l’odore.
Simone (Ufficio Stampa)

IL CORPO DELLE OMBRE

Aiutato dall’operatrice Betta Orsetti Contini (che ha condotto la prima fase del lavoro, consistente nella conoscenza del gruppo attraverso dei giochi), Gennaro Ponticelli ha accompagnato i ragazzi di Acireale nel buio, ha ascoltato le loro impressioni, li ha aiutati a raccontarsi nel vuoto. Ha poi acceso la prima luce, proiettando le ombre nello spazio; aprendo un mondo, insegnando a ridisegnarlo; e a ridisegnare sé stessi, improvvisando nel silenzio, soltanto con il corpo, in un percorso che si è poi concluso con l’introduzione di musica e parole, mettendo in scena uno spettacolo di poco più di dieci minuti in cui la semplice drammatizzazione delle impressioni raccolte dai ragazzi è riuscita a portare lo spettatore in una nicchia senza tempo e senza spazio.
Grazie Gennaro. Alla prossima rassegna…

CRONACHE ‘RASSEGNATE’

Al via questa mattina il nuovo progetto pensato dall’Ass. Teatro Giovani per sviluppare percorsi innovativi di crescita , un ennesimo ponte tibetano per collegare i banchi alle poltroncine (o gradinate) del teatro protagonista a scuola.
Presente in sala le classi IIIA e IIIB della Scuola Media “Palazzi” di Arcevia (An), che nonostante la domenica mattina e il tempo non proprio incoraggiante (ma, come amiamo ripetere, è una delle poche cose sulle quali non abbiamo il controllo, qui alla Rassegna…non ancora, almeno!), hanno assistito alla tragedia “Agamennone” rappresentata dal Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT).
Alla proposta, denominata “Vado, vedo, racconto” per ora, ha aderito solo la scuola arceviese e prevede la visione di almeno tre spettacoli e la successiva elaborazione in classe delle esperienze di “visione”, sotto la guida di un operatore-tutor.
I temi sviluppati potranno essere spunti per percorsi pedagogici da ampliare in classe.
Perché oltre al teatro del “fare”, non si dimentichi l’educazione al “vedere” (vedi obiettivo del Nuovo Progetto Incroci, presto sulle nostre colonne…)