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XIX Rassegna Nazionale Teatro della Scuola

Il laboratorio teatrale

Ma perché il laboratorio, per l'ATG, è al centro della attività del Teatro della Scuola? In generale perché il fare esperienza è un momento fondante della formazione e della relazione. Ogni individuo è membro di una comunità linguistica e sociale in quanto possiede una "competenza comunicativa"; che non è solo fatta, si badi bene, di abilità linguistica e grammaticale ma anche di abilità extra linguistiche, come il saper utilizzare altri codici non prettamente verbali. L'ATG ha svolto negli ultimi tempi, in questa direzione, attraverso i suoi operatori e collaboratori, una ricerca sul campo che li ha spinti a chiedersi se esiste una forma laboratoriale più adatta al teatro della scuola. La strada che questo gruppo sta seguendo è soprattutto legata ad un "percorso" più che a esercizi o attività di allenamento particolari.

Il '900 ha prodotto grandi maestri teatrali che hanno dato nuova linfa alla ricerca e alle poetiche dell'attore. La tradizione di tali maestri sta ormai diventando patrimonio comune del teatrante di oggi. Ma l'operatore teatrale della scuola non può affidare totalmente il suo far teatro nell'ambito scolastico al training o agli esercizi che restano comunque un fondamento necessario e un patrimonio comune. Deve essere in grado di trasmettere, attraverso di essi, l'importante messaggio relazionale che l'esperienza teatrale veicola. Gli esercizi, la preparazione agli spettacoli e gli spettacoli stessi, l'allenamento della voce e del corpo non hanno affatto senso se accanto ad essi non si compie anche l'essenziale azione dell'atto comunicativo umano. E questo può avvenire soltanto se il teatrante riesce, lui stesso, a compiere un atto comunicativo attraverso le tecniche teatrali, se si mette in gioco con "l'altro/a" che ha davanti.

Come riscontro di questa ricerca, quest'anno, non esisteranno più aree laboratoriali alla Rassegna di Serra San Quirico, come per gli anni precedenti. Non ci saranno più laboratori sul clown o sulla commedia dell'arte, sulla maschera neutra o sull'improvvisazione o sulle tecniche teatrali. Esisteranno invece offerte laboratoriali originali, legate all'esperienza e alle poetiche di lavoro di ciascun operatore presente alla Rassegna. Queste proposte saranno veri e propri cammini teatrali; esplorazioni laboratoriali che si compiranno all'insegna della ricerca di un atto comunicativo. All'interno di ognuna potremo incontrare le tecniche, il training, i metodi; ma affiancati dalla personale e originale voglia di comunicare di un operatore "vivo".

Operatore che, a differenza del teatrante puro e dell'insegnante che fa teatro della scuola, ha elaborato un percorso e una identità al fine di evidenziare una "forma laboratoriale" utile al Teatro della Scuola. Questa identità laboratoriale che l'ATG rivendica come necessaria per un teatro che entra nella scuola come strumento pedagogico attivo, verrà proposta quest'anno alla Rassegna attraverso uno dei tanti progetti che attraversano l'evento Rassegna: I Laboratori del "Fare".

Attraverso gli Operatori, I Laboratori del "Fare", accompagneranno i ragazzi partecipanti in un percorso che li vedrà attivamente coinvolti a sperimentare quelli che l'ATG considera essere i mattoni della costruzione teatrale:
- Osservazione e ascolto;
- Guardare/vedere e ri-vedere;
- Il mondo delle forme animate (ombre, materiali e oggetti);
- Il corpo e la sua disponibilità;
- Energia e flusso;
- Il gioco;
- L'ironia e l'auto-ironia;
- Le strutture di improvvisazione;
- Il ritmo;
- Le maschere e il corpo;
- I confini e il loro superamento;
- Il sogno e la fantasia.


Piccoli mattoni che, in parte, portiamo già dentro di noi e che solo attraverso l'esperienza laboratoriale si scoprono, si esplorano, si vagliano o si riscoprono. Piccoli mattoni che misuratamente aggregati portano al gioco del Teatro; luogo dello scambio, della complicità, del rapporto con gli altri e della comunicazione.

Scoprire o ri-scoprire questi piccoli mattoni lo consideriamo il vero obiettivo di una attività teatrale nella scuola. Però nella scuola si parla spesso di verifiche e giudizi. Ma come verificare il grado di coscienza del proprio corpo o la capacità di improvvisazione? Come giudicare la capacità di giocare o essere auto-ironici? Pensiamo che il concetto di verifica allontani dalla pratica teatrale e che il vero obiettivo di un processo teatrale all'interno della scuola si possa confrontare solo con una "dimestichezza" alla vita e a tutti quei processi dell'esistenza che la didattica non può prendere in considerazione.

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