XIX Rassegna Nazionale Teatro della Scuola
A colloquio con il Presidente dell' ATG, Fabrizio Giuliani
un politico della cultura
Fabrizio Giuliani è nato e vive a Serra San Quirico (AN) e ci tiene a
dire di essere "un uomo di paese". In effetti, da quasi venti anni la
sua attività politica e amministrativa si è svolta nel luogo natio, dove
ha ricoperto la carica di Sindaco dal 1990 al 1999 raggiungendo risultati
molto positivi. Si è subito fatto notare dall'opinione pubblica come persona
capace, determinata, molto attiva nel settore culturale e artistico. Il
paese natale ne ha acquisito vantaggi, elogi dai comuni limitrofi, anche
molto più estesi, segnalandosi come piccolo Comune di grandi capacità
e ambizioni. Fabrizio Giuliani ne è stato la guida per molti anni. Una
personalità di uomo giovane e forte che ha ormai impostato il proprio
percorso professionale. Il passaggio da Assistente Tecnico scolastico
ad Assessore alle Politiche Culturali e Giovanili per la Comunità Montana
dell'Esino Frasassi, appare come lo sbocco naturale di un impegno politico
che pone la sua massima attenzione all'ambito della cultura. Entro questo
quadro si colloca il suo interesse per la promozione dell'Arte: è stato
uno dei fondatori del Premio Internazionale d'Arte E. Casoli che si tiene
ogni estate a Serra; e, in particolare, la carica di Presidente dell'ATG
e della Rassegna Nazionale di Teatro della Scuola di Serra S. Quirico.
Abbiamo la fortuna di poter trascorrere un'ora in sua compagnia e approfittiamo
dell'occasione per conoscere meglio le motivazioni del suo impegno politico
e le finalità della struttura cui fa capo, che da anni persegue con serietà
un cammino lungo, ma non privo di soddisfazioni, nel settore del Teatro
della Scuola.
Assessore, in qualità di politico sensibile e attivo nel settore della
Cultura, crede che nel nostro territorio vi siano reali opportunità d'investimento?
Nel nostro territorio abbiamo da qualche tempo un problema, quello della
disoccupazione giovanile e intellettuale a fronte di un livello di occupazione
elevato. Nelle società moderne la ricchezza si misura con dati economici,
ma anche con il livello culturale dei suoi abitanti. Il rischio che incontra
la zona Montana è la "fuga dei cervelli". A tale problema oggi si possono
fornire due tipi di risposte: una sul versante turistico culturale, l'altra
su quello della new economy. Nella nostra zona, come più in generale in
Italia, tutti gli indicatori assicurano che il turismo sarà uno dei settori
economici più importanti, ecologicamente compatibile, non si usano risorse
e quindi può essere duraturo nel tempo. Noi abbiamo la necessità e l'opportunità
di essere in questo percorso utilizzando le cose che abbiamo: quindi i
beni ambientali, come per es. le Grotte di Frasassi, e culturali. Per
far ciò ci vuole ancora tanto volontariato e soprattutto necessitano professionalità,
operatori che già esistono come albergatori, ristoratori, e nuove figure,
accompagnatori, addetti all'ufficio informazioni… Questa è una grossa
opportunità per i nostri giovani. Qualcosa si sta già muovendo, si sono
costituite cooperative di lavoro, molto si dovrà e si potrà fare.
Quali sono i problemi che andrebbero necessariamente risolti per percorrere
la strada da lei indicata?
I problemi sono tanti, la formazione professionale, ossia la necessità
avvalersi di corsi intensi e specifici per garantire una formazione professionale.
Inoltre, Enti e operatori privati dovrebbero associarsi, lavorare insieme.
A monte di ciò esiste la necessità di un marketing territoriale: si producono
un'infinità di depliant, manifesti e opuscoli che non 'sforano' il territorio.
C'è un uso troppo interno della comunicazione a causa della mancanza di
riconoscibilità del territorio. La Regione si sta muovendo in tal senso,
cercando di trovare un'immagine che permetta di individuare questa zona
come un'area all'interno delle Marche avente caratteristiche specifiche
e fruibili. La Comunità Montana sta per affidare un incarico a un giovane
che abbia il bagaglio culturale e la formazione idonea per agire in questa
direzione.
Lei è Presidente dell'Associazione Teatro Giovani sin dalla sua costituzione
nel 1994. Cosa pensa dell'attività sinora svolta dall'ATG e quali obiettivi
si augura di raggiungere?
L'attività che abbiamo svolto ha un rilievo di carattere nazionale,
riconoscibile e riconosciuta; La nostra longevità con la realizzazione
della Rassegna (per l'edizione 2001 è al diciannovesimo anno), la crescita
che abbiamo avuto, ci pongono come leader nelle Rassegne Nazionali. Per
come le abbiamo strutturate, per come è stata consolidata anche se con
continue innovazioni di anno in anno. Non sempre abbiamo trovato partner
pubblici o privati che potessero comprendere l'importanza dell'attività
e, quindi, i riconoscimenti ci vengono soprattutto dal mondo della scuola
cui noi ci rivolgiamo. Il teatro della scuola non è solo la Rassegna che
è soltanto il punto di arrivo di un lavoro annuale fatto sul teatro della
scuola e di partenza per l'anno successivo. Gli obiettivi che ci poniamo
sono molti: creare degli operatori ad OK per il Teatro della Scuola. Non
è automatico essere buoni attori o operatori ed esserlo altrettanto nel
mondo della scuola. Il nostro compito è far sì che scuola e teatro non
siano due mondi che s'incontrano casualmente ma siano, nel rispetto dei
ruoli reciproci, una sintesi, uno scambio continuo e proficuo. Noi lavoriamo
molto sulla formazione nella scuola, sulle metodologie. Un'altra ambizione
è di tenere vivo il dibattito culturale evitando la ricerca di un modello
di teatro estremo, inesistente. Infatti, la nostra Rassegna non è quella
dei più bravi, ma di ciò che è presente in Italia. Fondamentale è lo scambio
di esperienze, di pratiche teatrali. L'ultimo obiettivo che ci poniamo
è quello di preparare il pubblico del domani per il teatro, presupponendo
che un bambino che ha avuto un'educazione teatrale sarà un adulto in grado
di fare teatro o comunque di andare a vedere gli spettacoli di teatro.
E' un problema di quantità e soprattutto di qualità. Oggi chi va a teatro,
ad eccezione delle grandi città, trova o i classici o gli attori televisivi.
Tranne eccezioni come Polverigi per la nostra zona, o festival ormai consolidati.
Questo è un compito primario: preparare il pubblico lavorando sul bambino
di oggi, adulto di domani.
L'ATG si occupa di promuovere il Teatro della Scuola di ogni ordine
e grado, coinvolgendo operatori, insegnanti e alunni. Nel marasma del
riassetto didattico attualmente in corso, come colloca la disciplina teatrale
nella complessa stratificazione di obiettivi da raggiungere?
Da anni esiste un dibattito sotterraneo, che sta oggi prendendo corpo,
sulla curricularità del teatro a scuola. Io sono contrario perché ritengo
che inserirlo come materia "obbligatoria" farebbe perdere un po' di fascino
il rischio è che faccia la fine dell'insegnamento della musica nelle scuole
medie. La nuova strutturazione scolastica, che comprende per es. i POF
(Piani di Offerta Formativa), permette una gestione più autonoma da parte
della scuole rispetto alle offerte che le sono fornite. E' importante
fare teatro a scuola, ma dovrebbe rimanere un rapporto "laico", dovrebbe
essere un di più, un fiore all'occhiello. Comunque in una posizione collaterale.
Ci deve essere l'intelligenza e la lungimiranza da parte dei dirigenti
scolastici e degli insegnanti che il teatro è importante perché può avere
una funzione interdisciplinare, permette la massima espressione della
persona. Il principio ispiratore della nuova Riforma scolastica è quello
di "imparare ad imparare" al ragazzo, cioè bisogna dare al bambino gli
strumenti per continuare da adulto la propria formazione. Questo nella
nostra società, dove in pochissimo tempo tutto si rinnova, , è fondamentale.
Il vecchio sistema d'insegnamento, nozionistico, non è più compatibile
con l'evoluzione della società attuale. Quindi la disciplina teatrale
rientra perfettamente nello spirito della Riforma scolastica.
Quali sono gli organi competenti che dovrebbero garantire un maggiore
impegno, interesse e soluzioni adeguate?
Gli Enti locali, Comuni, Provincia, Regione, sono molto interessati
al problema, ma bisogna ancora faticare. Alla fine però ci sono orecchie
attente. Il vero problema è il mondo della scuola, chiuso, in alcuni casi
autoreferenziale. Io spero che l'autonomia concessa nella Riforma aiuti
a dare maggiori opportunità all'inserimento del teatro nella scuola. Non
a caso quest'anno uno dei temi centrali della Rassegna sarà lo "sguardo
pedagogico sul Teatro della Scuola". La Regione dovrebbe accorgersi di
più della ricchezza che possiede con l'ATG e la Rassegna Nazionale di
Serra San Quirico. Abbiamo suscitato attenzione da ogni parte d'Italia,
abbiamo spinto altre Regioni a costituire Rassegne… Da tempo aspiriamo
a un Centro di Documentazione sul Teatro della Scuola, avremmo bisogno
di un avvallo più forte da parte della Regione. Lo chiederemo e speriamo
di riuscire ad ottenerlo. Infine, penso a quegli organismi che sul territorio
promuovono la cultura, le Banche… che in passato ci hanno aiutato e che
speriamo continuino a farlo in modo sempre maggiore.
Lei è anche Presidente della più importante Rassegna Nazionale di Teatro
della Scuola che da 18 anni si ripete con successo a Serra San Quirico.
Come vive l'esperienza dei 20 giorni di full-immersion nel mondo del Teatro
della Scuola, tra spettacoli, esibizioni, incontri e confronti sul tema?
La Rassegna rappresenta un momento di grande soddisfazione, un appuntamento
decennale consolidato nel tempo. Il livello organizzativo è soddisfacente.
Per i ragazzi è un'esperienza unica, io purtroppo non posso essere molto
presente a causa degli impegni sempre più pressanti. Comunque si vive
in un'atmosfera straordinaria, molto sentita da tutto lo staff organizzativo.
E' soddisfatto del coinvolgimento e della partecipazione del territorio
o le Vostre mire riguardano più l'Internazionalizzazione della Rassegna
che l'ambito locale?
E' una grande esperienza anche per il paese. Il territorio locale
è coinvolto, ogni spettacolo serale ha circa 250-300 spettatori. E' un
appuntamento importante per i cittadini. E' chiaro che il nostro obiettivo
è di un coinvolgimento sempre maggiore degli operatori, della gente del
posto. Teniamo presente l'immagine che noi usiamo per il convegno annuale
"la Culla e l'Aquilone". Il problema è di trovare un equilibrio non facile,
non dato, non stabile, tra il territorio-culla e l'aquilone-progetto culturale
nazionale. C'è un filo esile che non va tirato. Non si può rischiare di
perdere il ruolo guida a livello Nazionale a causa di "beghe locali",
(cosa vissuta nella seconda metà degli anni '80, con conseguente calo
della partecipazione, dell'interesse…). Non si può neanche essere così
presuntuosi dal pensare che l'unica cosa importante da valorizzare sia
l'aspetto culturale. L'equilibrio è fondamentale. Il territorio va curato:
abbiamo fatto corsi di formazione ad operatori locali, andiamo nelle scuole
della zona. La continua tensione rivolta a mantenere l'equilibrio tra
i due poli, è tra i segreti del nostro successo. Siamo attenti ai bisogni
del territorio che vanno coniugati con bisogni più ampi, di tipo internazionale.
Il nostro Direttore, il 15 maggio, parteciperà ad un Convegno Internazionale
sul Teatro della Scuola realizzato in Portogallo, come rappresentante
dell'Italia.
Perché ha scelto di essere Presidente di una Rassegna di Teatro della
Scuola e di un'Associazione di promozione teatrale?
Ho avuto la fortuna di veder nascere questa esperienza. Ero Assessore
alla Cultura del Comune di Serra San Quirico quando è nata l'idea di realizzare
una Rassegna di Teatro della Scuola. Ho avuto la fortuna di portarla ad
una dimensione Nazionale, e poi…sono un amante del teatro. Negli anni
'90, quando ero Sindaco del Comune di Serra, abbiamo capito che vi era
la necessità di una struttura più pesante, sia da un punto di vista economico
sia politico. E' stato il Comune il promotore dell'Associazione di Teatro
Giovani, trovando grande sensibilità in Provincia, in Comunità Montana,
AMAT, APT. Nel '94 è avvenuto il passaggio di gestione dell'attività teatrale,
dal Comune all'ATG. Quindi, essendo stato tra i fondatori della Rassegna,
ho naturalmente continuato l'esperienza come Presidente dell 'ATG. La
Rassegna è nata dalla volontà del Comune, Assessore alla Cultura Fabrizio
Giuliani, della Scuola, con l'allora Direttore Didattico Mario Tinti,
Pro-Loco, con Presidente Fabio Mantovani, e Distretto Scolastico, con
Presidente Igino Tribuzio. Siamo nei primi anni '70, Fabio Tinti, Direttore
Didattico, pedagogo, grande innovatore, sulla base delle esperienze personali
fatte al Nord, della propria cultura, diventa fautore dell'inserimento
di nuove discipline nella scuola materna ed elementare, come la musica,
il teatro, il cinema. Il fare queste cose ha messo casualmente in contatto
con altri che in altre parti d'Italia facevano queste cose. A livello
Nazionale nel frattempo c'è tutto un movimento, un dibattito…,in quegli
anni nasce il Festival di Alessandria. Scocca la scintilla. Il problema
del Teatro della Scuola fino a quel punto era che ognuno faceva "la cosina"
sua, ma non si confrontava. E' nata così l'idea della Rassegna. I primi
anni in tono minore, poi , il terzo anno, con grande spesa da parte del
Comune di Serra San Quirico, a livello Nazionale. La risposta fu sbalorditiva.
Capimmo che eravamo andati a toccare un punto sensibile, avemmo 250-300
richieste da parte di scuole che volevano partecipare alla Rassegna. L'esperienza
del 1985 fu fondamentale.
Concludiamo con la solita domanda: progetti futuri, obiettivi, novità…
Tra i progetti c'è quello di concludere il progetto "Giovane Critica
Militante" realizzato con il contributo della Provincia di Ancona. Vorremmo
poi allargarlo alle altre Provincie, in modo da avere un quadro completo
sul perché i ragazzi vanno o non vanno al teatro, se a scuola sono realizzati
laboratori di teatro, per essere a conoscenza della situazione effettiva
nelle Provincie della nostra Regione. Continueremo a lavorare nella formazione
professionale degli operatori, aiutando le scuole del territorio a fare
teatro, allargando il CO.RA. (Coordinamento delle Rassegne Nazionali)
di cui Serra è capofila. Un altro progetto è quello chiamato "Teatro itinerante",
rivolto ai ragazzi che abitano in paesi dove non ci sono strutture teatrali
idonee. Infine, il progetto molto ambizioso di un "Centro di documentazione"
in grado di contenere tutto ciò che si produce sul Teatro della Scuola.
La novità: portare almeno un paio di scuole straniere all'edizione del
2002, in occasione del ventennale della Rassegna.
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