SCESPIR n.2 -
EDUCARE ALLA TEATRALITA'
Il teatro è una buona palestra per l'adattamento relazionale: allena gli
individui ad affrontare con maggior sicurezza il reale, li aiuta a comprendere
la difficile realtà sociale in cui vivono e li sostiene nel loro cammino
di crescita. E'importante che i ragazzi della scuola vengano messi in
grado di comprendere il linguaggio teatrale poiché esso può aiutare a
riscoprire il piacere di agire e di sperimentare forme diverse di comunicazione,
favorendo una crescita integrata di tutti i livelli della personalità.
In quest'ottica il teatro non deve essere considerato fine a se stesso,
ma deve dar vita ad una attività
che abbia uno scopo educativo di formazione umana e di orientamento: supportare
la persona nella presa di coscienza della propria individualità e nella
riscoperta del bisogno di esprimersi al di là di forme stereotipate, credendo
incondizionatamente nelle potenzialità di ogni individuo.
L'educazione teatrale basa la sua efficacia su alcune esigenze e dimensioni
così radicate nella persona da dimostrarsi valide e coinvolgenti a qualunque
età; è un metodo di intervento con il gruppo e con ciascun membro che
lo compone, e produce risultati significativi non solo sul piano della
socializzazione o della stimolazione di capacità, ma anche per la formazione
della personalità.
Al suo interno vengono offerte una serie di tecniche espressive che favoriscono
l'individuale presa di coscienza di sé, delle proprie possibilità creative,,
dell'ambiente che ci circonda e della società.
L'educazione alla teatralità, che mette al centro la dignità e l'autonomia
della persona umana da tutte le dipendenze che impediscono la sua piena
realizzazione permette inoltre:
- l'adattamento, perché favorisce la comunicazione e la riduzione dei
conflitti per mezzo della partecipazione ad attività e compiti collettivi;
- la coesione tra i membri, costituendo un'occasione di confronto e di
ascolto che viene a realizzare un fattore di crescita;
- lo sviluppo culturale e critico, contribuendo all'autonomia individuale
su un piano socioculturale e psicoaffettivo;
- l'azione regolatrice degli scambi sociali e culturali, favorendo un
confronto su più livelli per arricchirsi vicendevolmente.
Le tappe attraverso cui l'educazione teatrale aiuta la persona a realizzarsi
come individuo e come soggetto sociale vanno dalla ricerca di un equilibrio
individuale, alla costruzione di una soggettività sociale attraverso lo
scambio culturale, alle capacità di agire progettualmente guidati da un
fine.
Lo spazio formativo che permette la realizzazione di un tale percorso
è quello laboratoriale; esso genera la condizione di fiducia necessaria
ad una disponibilità relazionale e pone l'attenzione su un piccolo gruppo.
L'intervento è teso allo sviluppo delle capacità creative e della socializzazione
attraverso un itinerario basato su esercizi di comunicazione verbale e
non verbale che permettono:
la presa di coscienza di sé come unità psicofisica in relazione con gli
altri, lo sviluppo della creatività, della capacità critica e di partecipazione
affettiva nella modificazione della realtà, l'accostamento del giovane
al quotidiano come luogo in cui si dispiega a poco a poco il senso della
sua vita.
Essendo più centrato sul processo che sul prodotto, l'attenzione è focalizzata
sul modo in cui si svolgono le attività: non conta che l''evento teatrale
sia formalmente preciso, importa che coloro che lo realizzano possano
esprimersi nel farlo. Lo spettacolo è l'esito finale di un percorso che
hanno compiuto non solo gli attori, ma tutti coloro che hanno contribuito
alla realizzazione dello stesso. La riuscita è determinata dal cammino
di crescita che si dovrebbe essere verificato in ogni membro del gruppo.
In tale processo il conduttore del laboratorio ha una fondamentale funzione
di stimolo affinchè i soggetti determinino consapevolmente il processo
produttivo e relazionale. Deve possedere la capacità di accogliere e dare
fiducia a ciascun membro del gruppo attraverso una comunicazione autentica,
volta alla trasmissione di contenuti e di valori; la qualità dell'intervento
è data non solo dai contenuti ma anche dalla relazione umana. L'insegnante-
attore deve possedere una profonda coscienza critica per capire i problemi
dei vari membri e impostare una consapevole risposta educativa. Deve avere
creatività, per individuare strumenti sempre nuovi e interventi e educativi
originali; flessibilità intellettiva ed affettiva per modificare gli interventi
in base alle esigenze del gruppo; stile associativo incentrato sulla relazione;
competenze metodologiche; maturità per sapersi mettere in discussione;
attitudine all'ascolto e all'adattamento.
La formazione dell'insegnante deve avvenire a diversi livelli: tecnico,
per possedere le conoscenze teorico pratiche necessarie ad adempiere alla
sua funzione; personale e relazionale. Ma al centro deve esserci la relazione:
la capacità di accogliere ogni persona incondizionatamente, di cogliere
la profonda originalità che ogni individuo mette in gioco, di favorire
interazioni tra i membri del gruppo e di spingere quest'ultimo a prendere
decisioni tramite un accordo fra i membri che sia frutto di un atteggiamento
cooperativo. Solo spronando le persone a vivere a lavorare insieme, attraverso
interventi ricchi di stimoli che favoriscano il processo di creatività
e liberazione, la funzione del conduttore del laboratorio sarà adempiuta
efficacemente.
GAETANO OLIVA
Bibliografia
Gaetano Oliva " IL laboratorio teatrale" Milano ed LED 1999
Gaetano Oliva "IL teatro nella scuola" Milano, LED 1999
Gaetano Oliva Serena Pilotto "la scrittura teatrale" Milano ISU 2000
Gaetano Oliva "Una didattica per il teatro attraverso un modello: la narrazione"
Padova CEDAM2000
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