Relazione Scuola Estiva 2004
Relazione Scuola Estiva di TeatroEducazione 2004
1° LIVELLO
Il primo livello era costituito da ben 28 persone divise in due gruppi. Gli insegnanti, operatori ATG, che si sono succeduti sono stati: Filiberto Segatto come responsabile e docente, Silvano Sbarbati che ha lavorato su un modulo di scrittura creativa, Rolando Tarquini che ha lavorato su un modulo corporeo, Sebastiano Aglieco che ha lavorato su un modulo “emotività”, Daniele Boria che ha lavorato su un modulo “maschera”, Allegra Spernanzoni che ha lavorato su un modulo “coralità”, Mauro D'Ignazio che ha lavorato su un modulo “coralità”.
La divisione in gruppi ha fatto andare in “tilt” l’aspetto propedeutico degli argomenti ma purtroppo era una scelta necessaria. Gli stessi discenti ne hanno rilevato la presenza ma anche la necessità per poter lavorare in modo più approfondito.
Il gruppo era estremamente eterogeneo per provenienza ed esperienza. In generale molti giovani e pochi insegnanti; pochi operatori teatrali con esperienza. La presenza di molti giovani motivati al teatro ma per la prima volta di fronte al teatro educazione ha portato i docenti della SETE, in linea generale, a lavorare molto fisicamente tralasciando l’aspetto di disagio espresso da alcuni (legato alla molta attività fisica). La qualità dei singoli moduli è parsa comunque molto elevata.
La presenza del coordinatore del 1° livello è stata fondamentale in quanto ha potuto seguire tutte le esperienze e ha funzionato da catalizzatore sia per gli allievi che per i docenti.
L’impressione generale derivante da questo primo anno è che ce lo “porteremo dietro”. Alcuni giorni dopo il termine sono girate via internet una serie di e-mail tra i partecipanti del primo livelloche denotano l’impatto che ha avuto l’esperienza sul gruppo e “l’innamoramento” dell’esperienza stessa.
L’attività di auto-valutazione finale è parsa essere stata il momento più importante per il gruppo del primo livello. Si è trattato, in linea generale, di un “mostrare” agli altri del gruppo, con le modalità del FARE, almeno un obiettivo legato al teatro come “mezzo” e non come rappresentazione.
La decisione di attuare “stop elaborativi” nei percorsi del FARE è stata messa in pratica con buoni risultati.
I temi montessoriani sono stati messi in gioco da tutti i docenti, con la massima libertà e spesso con disinvoltura e creatività. E’ stata notata una facilità di collegamento tra Montessori e contenuti del teatro educativo che all’inizio sembrava a tutti difficile mettere in pratica.
Gli spazi di lavoro si sono dimostrati efficaci.
La mancanza della dimostrazione di lavoro finale, (d’ora in poi d.d.l.), per il primo livello non ha suscitato critiche o tensioni da parte dei discenti). Ciò è dovuto a due fattori: in primis il corretto percorso pedagogico (teatro come mezzo e non come rappresentazione) che è stato veicolato e compreso dal gruppo e in seconda battuta lo strumento dell’auto-valutazione che ha funzionato come dimostrazione di lavoro interna al gruppo e che ha coinciso con un duro lavoro rielaborativo che non ha concesso tempo per altro.
2° LIVELLO
Il secondo livello era costituito da un gruppo eterogeneo. Alcuni provenivano dall’esperienza dell’anno precedente, gli altri provenivano dalle precedenti esperienza di primo livello SETE. I conduttori dei due momenti si sono alternati proponendo la loro scelta di percorso. Il lavoro ha denotato un interessante aspetto di pedagogia teatrale e di innovazione.
Un operatore ha lavorato sulla connessione tra Cechov (e i maestri russi del ‘900) e Maria Montessori per quello che riguarda le idee nel campo teatrale e pedagogico. L’altro ha creato una connessione tra i pedagogisti teatrali del ‘900 e la pedagogia della Montessori. (tema, questo, che è ricorso più volte anche tra gli insegnanti del 1° livello rilevando quanto siano “paralleli” tali percorsi). Le dimostrazioni di lavoro hanno dato adito ad una serie di interessanti considerazioni che, al di là dei commenti a caldo, dovrebbero essere riprese analiticamente per giungere ad una comprensione di cosa intendiamo per dimostrazioni di lavoro, anche alla luce di quelle presentata dal 3° livello e dal master.Le due dimostrazioni di lavoro hanno privilegiato un aspetto estetico con alcuni momenti veramente intensi.
Nell’ultima giornata il gruppo del 2° livello si è confrontato, attraverso una attività pratica e rielaborativa, con il responsabile della S.E.T.E., per analizzare i percorsi portati avanti nei giorni precedenti. Si è notata una tensione generale che ha fatto capire come, per il secondo anno di quest’anno, la d.d.l. non è stata il termine dell’esperienza ma è continuata appunto in questa giornata di rielaborazione. Segno di un corretto percorso di Teatro Educativo. Una giornata proficua, da tenere sicuramente anche per le successive edizioni, che ha funzionato, anche qui, come una auto-valutazione. Sono uscite considerazioni interessanti sulla qualità del percorso pedagogico attraversato con i due docenti, percorso sul FARE ma con presenza di stop legati alla rielaborazione.
3° LIVELLO
Il terzo livello di quest’anno era composto da 4 discenti e due docenti. Lo start-up di partenza è stato il lavoro sulla disabilità. Su questa idea è stato elaborato un progetto più complesso e articolato. Il lavoro è stato, come ben si poteva immaginare, molto intenso e supportato da un preciso e dettagliato progetto di conduzione condiviso dai due operatori ATG. Il tema generale è stato il recupero memoriale su cui lavorare per l’espressione di “un gesto organico” (dato il tema SCENE – PERCORSI TEATRALI) a partire da alcuni temi base. Il lavoro è stato molto approfondito e questo è stato ben visibile nella dimostrazione di lavoro che ha dato spunti interessanti anche per le nuove modalità con cui è stata presentata. Anche questa occasione potrà essere utile per capire cosa sia una d.d.l. E’ parso di particolare interesse il fatto che sia stato mostrato un lavoro in itinere che non ha puntato affatto sul fattore estetico (pur contenendolo) ma sull’aspetto dimostrativo. In particolar modo ha colpito la tranquillità apparente con cui i 4 discenti hanno messo in gioco le proprie “memorie” e le hanno presentate, motivandole, al pubblico presente.
MASTER
I partecipanti al master di quest’anno sisono confrontati con il maestro pedagogo teatrale Horacio Czertok di Teatro Nucleo di Ferrara. Il lavoro impostato puntava su una sequenza corporea sulla quale ha lavorato in diverse direzione per approfondire il lavoro attoriale. Successivamente l’operatrice ATG ha dato seguito all’input dato da Horacio lavorando ancora sul dettaglio e sulla struttura. La d.d.l. ha avuto ancora un’altra forma, anch’essa puntata più sulla visibilità del lavoro che sull’aspetto estetico (pur contenendolo). Il lavoro presentato è parso rivolto alla ricerca di una “qualità” espressivaa prescindere dall’emotività degli allievi e puntato più sulla partitura e sulla struttura. Una dimostrazione di lavoro di grande precisione e anche per questa si è avuta la percezione di una coscienza del fare rispetto al rappresentare.
Considerazioni generali
AUTO-VALUTAZIONE: sono stati momenti di crescita di contenuti per tutta la SETE. Forse vale la pena pensare ad un momento di auto-valutazione iniziale nel momento di primo incontro con il gruppo del primo livello in modo di avere un riferimento iniziale di competenze. Si ritiene che per il primo e il secondo livello i momenti di auto-valutazione debbano essere programmati e pensati dallo staff docente mentre per il terzo livello ed il master tali momenti dovrebbero essere all’interno del percorso di lavoro e quindi decisi dai singoli docenti conduttori.
DIMOSTRAZIONI DI LAVORO: al di là di commenti a caldo durante la SETE, sarà necessario parlarne. Quest’anno abbiamo avuto un vasto panorama di dimostrazioni di lavoro che, nelle loro diversità, potrebbero avere un senso, tutte. Potrebbe essere interessante tenere modalità e argomentazioni diverse.
TEMA DI CONFRONTO: nonostante la Montessori avesse spaventato tutti, c’è stato in seguito un grande interesse da parte dei docenti. I momenti di connessioni trovati tra Montessori, percorsi e pedagogie teatrali, sono stati tutti molto interessanti; fors’anche più interessanti del confronto con Don Quixote, personaggio legato all’immaginario narrativo, molto teatrale ma poco legato alla ricerca pedagogica, o almeno con meno spunti diretti. Infine la scelta della Montessori ha permesso una crescita e un arricchimento per tutti i docenti dal punto di vista della formazione personale nel campo del teatro educativo.
COMUNICAZIONE INTERNA ALLA SETE: l’aspetto della comunicazione tra i gruppi partecipanti e dello scambio delle pratiche e delle esperienze è un punto che è sempre interessato in particolar modo. Si è provato in diversi modi, con serate di discussione programmata e altri tentativi senza mai essere pienamente soddisfatti. Pare che quest’anno qualcosa sia accaduto in questa direzione. Le feste iniziali e finali e i momenti di spostamento e incontro e la loro libertà di esecuzione sono stati momenti in cui è avvenuto naturalmente un travaso di informazioni ed esperienze.
In conclusione: rispetto alla precedente/i edizione/i della SETE, tutti sono tornati a casa molto più arricchiti. E anche più affaticati ma questo è un buon segno. In generale si ha la sensazione di aver fatto un salto in avanti con tutti i piccoli cambiamenti apportati. La percezione è che quest’anno, con ancora tutti i limiti del caso, si sia imboccata la strada giusta per strutturare una Scuola di Teatro Educativo. Un scuola che non è un luogo di formazione sui linguaggi teatrali ne sulla pedagogia, ma è il luogo di formazione sul teatro educativo. Si ha la sensazione che finalmente si applica ciò che sempre l’ATG ha detto. E non è poco. Perché si parla di trasmissione di saperi comuni. Perché si parla di intenzionalità comune nel processo di trasmissione e non di genialità del singolo. Perché la parola formazione in questo caso assume un contenuto specifico e non generale.
Citiamo alcuni obiettivi personali raggiunti dai discenti del 2° livello estratti nella giornata finale lavorando sul teatro come “mezzo”. E’ una metrica interessante per valutare il loro percorso e … anche quello dell’ATG:
- Passare dalla difficoltà personale alla tecnica
- Condividere il percorso
- Superare la paura di non essere ascoltato, preso in considerazione dal gruppo
- Superare il disagio perché sentivo che i miei ritmi non coincidevano con quelli del gruppo
- Raggiungere una consapevolezza del fare
- Raggiungere una consapevolezza dei propri limiti
- Superare la soglia della fatica
- Teatro come mezzo è trasformazione, il mezzo è uguale al fine, è il luogo delle macro scoperte
- Teatro come rappresentazione è comunicazione in forma estetica, è il luogo delle micro scoperte
- Per fare Teatro Educativo bisogna attraversare il teatro e superarlo